CAMBIARE L’ACQUA AI FIORI

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“Mi chiamo Violette Toussaint. Facevo la guardiana di passaggio a livello, ora faccio la guardiana di cimitero. Assaporo la vita, la bevo a piccoli sorsi, come un tĂ© al gelsomino con un po’ di miele. E la sera, quando il cimitero è chiuso e la chiave appesa alla porta del bagno, sono in paradiso.
Non il paradiso dei miei vicini, no.
Il paradiso dei vivi: un sorso del porto annata 1983 […] che stappo verso le sette di sera sia che piova, nevichi o tiri vento”.

Violette Toussaint è una donna gentile, cinquant’anni, guardiana di un cimitero in un villaggio francese. Abita nel villino all’ingresso del cimitero, ha un piccolo orto che cura amorevolmente, con la stessa armonia e dedizione che dedica alle tombe, quelle per cui è richiesto il suo lavoro dai parenti dei defunti sia, soprattutto, quelle abbandonate. I suoi unici amici sono il prete, i titolari dell’agenzia delle pompe funebri e gli addetti alle sepolture. Vive una vita tranquilla, indossa sempre soprabiti scuri, mentre sotto sceglie appositi colori, spesso sgargianti.

Ha vissuto tante vite Violette, bimba abbandonata dalla mamma, poi in orfanotrofio, passata di famiglia affidataria in famiglia affidataria, ha svolto molti lavori, ha conosciuto un grande amore, ha imparato a leggere e scrivere bene per assaporare meglio il romanzo della sua vita, Le regole della casa del sidro, è stata assunta come guardiana di un passaggio a livello. Quando è arrivata la tecnologia, le è stato offerto questo lavoro particolare, guardiana del cimitero di Brancion a Chalon (Borgogna).

Il romanzo è lungo 473 pagine ed è ambientato in gran parte in un cimitero di provincia, in Francia, tra il 2016 e il 2017, anche se ci sono numerosi flashback. Nelle prime pagine a una delle porte bussa un uomo che deve deporre le ceneri della madre sulla tomba di uno sconosciuto, senza sapere perché. Ci sono aspetti molto drammatici nella storia, ma lo spirito del romanzo è vicino a quello delle commedie francesi: qualcuno lo ha paragonato al film Il favoloso mondo di Amélie o a Chocolat (anche se è solo ambientato in Francia) per l’atmosfera che costruisce; ma nella quarta di copertina invece la casa editrice lo accosta all’Eleganza del riccio di Muriel Barbery, un altro romanzo francese e un altro grande successo della casa editoriale.

Un romanzo sorprendente, delicato e intenso. Tra passaggi ironici, momenti di sessualità, lutti e passioni che resistono al tempo, l’autrice si muove tra il mondo dei vivi e quello dei morti con delicatezza e abilità. Non a caso la protagonista si chiama Violette Toussaint (il cognome identifica in francese la giornata dei morti) e fa la guardiana di un cimitero. Atmosfera da Spoon River, tra le tombe che lei cura sono si animano ricordi di vita. Cambiare l’acqua ai fiori non è solo il più comune gesto di pietà in un cimitero, è anche una commovente metafora di come nel corso della vita si può rivivere e rifiorire più volte.

 

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